L'ipertrofia prostatica benigna (IPB), è una malattia di comune riscontro che consiste nell’aumento volumetrico della parte interna della prostata, detta zona transizionale. Tale crescita produce una massa chiamata “adenoma prostatico” che può ostruire la fuoriuscita dell'urina. Tale crescita è di tipo benigno perchè comporta compressione sui tessuti circostanti senza infiltrarli. IPB e tumore maligno della prostata non sono correlati, sebbene le due condizioni possano coesistere e spesso il secondo venga diagnosticato incidentalmente durante indagini per la molto più comune IPB; inoltre IPB e cancro si impiantano su zone diverse della prostata, essendo il secondo di pertinenza prevalentemente della zona periferica
Entro i 40 anni, l'IPB è presente nell'8% degli uomini, e la sua incidenza aumenta notevolmente oltre i 60 anni, in cui è presente nel 50% circa dei soggetti.
Una buona parte di questi uomini (15%-30%) lamenta disturbi a carico delle basse vie urinarie, i cosiddetti LUTS (dall'inglese "Lower Urinary Tract Symptoms"), come l'incontinenza urinaria, ma anche l'urgenza di recarsi al bagno diverse volte durante la notte (nicturia), la perdita o gocciolamento di urina o la difficoltà minzionale. Questi disturbi possono avere un impatto negativo sulla qualità della vita e sulla sfera sessuale del soggetto che ne è colpito, sebbene non vi sia una relazione di causalità tra IPB e disfunzione erettile.
Molti di questi sintomi possono essere causati, tuttavia, anche da altri tipi di disturbi, ad esempio disfunzioni a carico dei muscoli lisci della vescica che controllano l'emissione di urina e fattori neurologici.
L'ipertrofia prostatica benigna - IPB, se non trattata in modo tempestivo e appropriato, può essere causa di seri disturbi, ad esempio una ritenzione urinaria acuta, una condizione che richiede l'intervento d'urgenza di cateterizzazione e, nel caso, l'asportazione chirurgica della prostata (prostatectomia). Nonostante ciò, la maggior parte degli uomini richiede un consulto medico solo quando manifestano già da tempo sintomi abbastanza seri.
Nell’IPB si ha un ingrossamento della prostata, il quale a sua volta causa la compressione dell’uretra (il canale attraverso cui l’urina viene espulsa all’esterno con la minzione), determinando i tipici sintomi di questa patologia, ossia:
Non esiste una chiara correlazione tra dimensione della prostata e gravità dei sintomi mostrati dai pazienti.
Alcuni uomini con prostata leggermente ingrandita possono avere, infatti, sintomi più gravi di uomini con una prostata il cui volume è relativamente maggiore.
L’IPB, se non trattata in modo tempestivo e appropriato, può diventare una vera e propria malattia progressiva (ossia con una tendenza al peggioramento) e causare diverse complicanze, anche gravi, quali l'insorgenza di infezioni (uretriti e pielonefriti), la formazione di calcoli della vescica (litiasi vescicale), e la ritenzione urinaria acuta o cronica, condizione che può compromettere la funzionalità renale e che può rendere necessario un intervento d’urgenza volto allo svuotamento della vescica tramite cateterizzazione (introduzione di un catetere nella vescica e svuotamento della stessa).
Pochi e semplici esami permettono di inquadrare il paziente con sintomi (LUTS) correlati all'IPB ed iniziare un eventuale terapia medica:
Diario Minzionale. Con il diario minzionale il paziente registra a domicilio per 3 giorni consecutivi quanti liquidi assume, quante volte va ad urinare, di giorno e di notte e se ha avuto episodi di urgenza minzionale o vera e propria perdita di urina. Questo esame è utile nei pazienti con soprattutto sintomi della fase di riempimento vescicale o quando si sospetta la presenza di una patologia neurologica.
Esistono numerose possibilità di trattamento farmacologico e, in caso di mancato beneficio, chirurgico dei LUTS correlati all'ipertrofia prostatica benigna (IPB) che portano al dimostrato miglioramento della qualità di vita dei pazienti.
La terapia farmacologica si compone di:
Questi farmaci migliorano i sintomi della IPB, in quanto procurano un rilassamento della muscolatura della prostata e del collo della vescica, e aumentano il flusso di urina e sono utilizzati, da soli o in combinazione con altre medicine, soprattutto in presenza di prevalenti sintomi della fase di svuotamento vescicale.
Finasteride e Dutasteride inibiscono l'ulteriore crescita dell'adenoma prostatico e possono ridurne il volume fino al 20%. Sono utilizzati quando c'è un accertato aumento delle dimensioni della prostata e, in questi pazienti, hanno dimostrato avere un'azione sinergica con gli alfa-bloccanti.1
Questa classe di farmaci agisce modulando le informazioni che la vescica invia e riceve attraverso i nervi dal cervello. Sono utilizzati da soli o più spesso in associazione con gli alfa-bloccanti in caso di prevalenti sintomi della fase di riempimento vescicale.
Sebbene l'efficacia di questi estratti vegetali non sia mai stata dimostrata con certezza, la pratica clinica corrente in alcuni paesi come la Germania, la Francia e l'Italia suggerisce che alcune sostanze possano avere effetti benefici. Tra queste l'estratto del frutto della Serenoa repens (o saw palmetto) è il più utilizzato e sembra che possa migliorare, sebbene in maniera moderata i LUTS correlati all'IPB.1
Il tadalafil fa parte della classe degli inibitori della fosfodiesterasi di tipo 5 (PDE-5), utilizzati per il trattamento della disfunzione erettile. Il farmaco ha dimostrato di migliorare i LUTS senza aumentare la forza del getto urinario.
La terapia chirurgica di compone di:
Significa rimuovere l’adenoma mediante il tradizionale taglio chirurgico, nella variante trans vescicale (ATV) o infravescicale (Millin). Interventi usati da oltre 50 anni, hanno ancora un’efficacia insuperata anche se con una morbilità perioperatoria che alcuni mettono in discussione, nella realtà attuale di chirurgia mini-invasiva. Interventi tuttora definiti “gold standard” in caso di prostate veramente voluminose.
Prevede la resezione dell’adenoma attraverso l'uretra. Consigliabile per prostate fino a un certo volume, presenta il vantaggio della mini-invasività, ovvero evitare tagli e un recupero postoperatorio più rapido. Esistono anche alcune nuove tecniche per ridurre il volume della prostata ipertrofica utilizzando diversi tipi di laser: ad Holmio, a Thullio e con GreenLight.