La TURP

La resezione transuretrale della prostata (T.U.R.P.) rappresenta il trattamento chirurgico di prima scelta nell'ormai quasi totalità dei pazienti affetti da ipertrofia prostatica benigna non più responsivi alla terapia medica.

Indicazione alla T.U.R.P. è presente se il volume complessivo della prostata, misurato ecograficamente, non supera i 100 cc, per volumi superiori vengono di solito presi in considerazione altri tipi di interventi (es. chirurgia open o più recentemente l'enucleazione laser), il flusso urinario misurato alla flussimetria è inferire a 15 ml/sec o è riscontrato elevato volume urinario residuo (questi dati strumentali possono in alcuni casi non essere necessari), il paziente riferisce notevole disagio soggettivo derivante dai sintomi (valutato attraverso appositi questionari) e l'urodinamnica vescicale è integra (in alcuni casi è necessario eseguire un esame urodinamico completo). 

 

La T.U.R.P. è un intervento di tipo endoscopico che utilizza come via di accesso chirurgico il canale uretrale (quindi non vengono eseguite incisioni della cute). L’anestesia è di tipo spinale: il paziente viene di solito fatto sedere sul bordo del tavolo operatorio con la testa e le spalle piegate in avanti, il medico anestesista dopo aver praticato l'anestesia locale a livello della colonna vertebrale con un ago di piccole dimensioni, inietta anestetico direttamente nel canale vertebrale determinando la paralisi e l'anestesia solo del segmento inferiore del tronco e degli arti inferiori. Immediatamente dopo il paziente viene fatto distendere e messo in posizione litotomica (ginecologica), preparato il campo chirurgico con disinfezione dei genitali e coperto con teli urologici.

 

L'intervento è eseguito con uno strumento chiamato Resettore introdotto in vescica attraverso l'uretra e dotato di un sistema di visione a fibre ottiche e di un'ansa tramite la quale si procede a resezione della porzione centrale della ghiandola prostatica. 

 

 

Tecnicamente l'intervento è reso possibile da un continuo lavaggio della cavità vescicale con soluzione di mannitolo o di fisiologica, con ingresso del liquido di lavaggio e sua uscita attraverso il resettore stesso.



Il risultato della rimozione del tessuto prostatico in eccesso è il ripristino di un canale urinario di calibro congruo a consentire una minzione regolare. Al termine dell'intervento, dopo aver evacuato con una particolare pompa i frammenti di prostata caduti in vescica durante l'intervento, viene posizionato un catetere vescicale a tre vie, che verrà poi rimosso dopo due giorni.

La durata dell’intervento è di circa 60 minuti dipendendo comunque dal volume iniziale della prostata e quindi dalla quantità di tessuto da asportare. I frammenti prostatici resecati vengono inviati al reparto di Anatomia Patologica per l'esame istologico che il paziente verrà a ritirare dopo circa 30 giorni.

 

Ad oggi la mininvasità della T.U.R.P. e la rapidità di esecuzione lo hanno reso senza dubbio il procedimento chirurgico di prima scelta nel trattamento dell'ipertrofia prostatica benigna.

Decorso post-operatorio. 

Terminato l'intervento il paziente viene trasportato in reparto e resta a letto fino al mattino seguente; per le prime ore si consiglia di mantenere la posizione sdraiata in quanto movimenti della testa possono determinare forti e durature cefalee (per motivi legati all'anestesia); la vescica è collegata attraverso il catetere a lavaggio in continuo con soluzione fisiologica per evitare, nelle prime 6-12 ore, l'eventuale formazione di coaguli che potrebbero ostruire il catetere. 

L'idratazione viene eseguita con 1500 cc di fisiologica infusa per via endovenosa fino al mattino successivo. Gli effetti dell'anestesia di solito svaniscono dopo 4-6 ore, a volte durano poche ore in più ma senza conseguenze. L'alimentazione può riprendere, leggera, dalla sera stessa. In prima giornata post operatoria viene sospeso il lavaggio vescicale, vengono sospese le infusioni, il paziente si alimenta e beve normalmente, riprende la deambulazione e se manifesta difficoltà alla canalizzazione viene somministrato blando lassativo. In seconda-terza giornata postoperatoria, viene rimosso il catetere vescicale e il paziente è invitato ad urinare in un contenitore; le urine vengono poste in visione al medico. Se questi ritiene le urine sufficientemente chiare, viene talora eseguito una valutazione ecografica del residuo postminzionale e se nella norma, il paziente viene dimesso in tarda mattinata. Nei giorni seguenti la dimissione potranno essere presenti disturbi irritativi della minzione come bruciore, urgenza minzionale, perdita involontaria di alcune gocce di urina legati all'infiammazione e all'edema delle basse vie urinarie (prostata, vescica e uretra) conseguenza del recente intervento. Mantenere una sufficiente idratazione e evitare di trattenere a lungo le urine riducono tale sintomatologia. Di norma la terapia antibiotica viene prescritta per 5 giorni.

 

COMPLICANZE

 

Complicanze intraoperatorie

  • Emorragia, talvolta di entità tale da richiedere trasfusioni di sangue, emocomponenti o emoderivati (nell’1% dei casi);
  • Sindrome da riassorbimento del liquido di irrigazione o TUR-syndrome (2% dei casi) con sintomi quali nausea, vomito e ipertensione arteriosa;

Complicanze postoperatorie

  • Ritenzione urinaria (6.5% dei casi), può presentarsi alla rimozione del catetere e richiede il riposizionamento dello stesso per un altro breve periodo
  • Infezione urinaria (15.5% dei casi);
  • Orchiepididimite (1.1% dei casi), infiammazione di uno o entrambi i testicoli;
  • Complicanze generali peri-operatorie che includono broncopolmonite, trombosi venosa profonda, embolia polmonare, osteite del pube, infezione della ferita chirurgica;

Complicanze a distanza

  • Incontinenza urinaria (2.2% dei casi), che può essere dovuta a deficit sfinterico (incontinenza da sforzo) oppure a iperattività della vescica;
  • Sclerosi del collo vescicale (1.7% dei casi);
  • Stenosi dell’uretra (3.1% dei casi);
  • Deficit delle erezioni (10-15% dei casi);
  • IPB recidiva: a causa della possibile ricrescita di tessuto prostatico la probabilità di dover ricorrere ad una revisione della loggia prostatica entro 8 anni dopo questo intervento è pari al 12-15%

 

L'evoluzione della TURP è l'utilizzo di una fonte laser per l'asportazione del tessuto prostatico adenomatoso anziché della corrente elettrica