Che cos’è la biopsia prostatica?
La biopsia prostatica è una procedura con la quale si prelevano dei campioni di tessuto dalla prostata con un ago. È indispensabile per escludere o confermare la diagnosi di carcinoma prostatico in caso di sospetto clinico posto mediante esplorazione rettale, ecografia transrettale o dosaggio PSA (antigene prostatico specifico).
In base al risultato dell'esame e di quelli precedentemente eseguiti (esplorazione rettale, ecografia prostatica trans-rettale, PSA) vengono poste le indicazioni terapeutiche o programmato, in caso di mancata evidenza di tumore, il successivo iter diagnostico.
Quando è indicata la biopsia prostatica?
La biopsia prostatica è indicata:
Preparazione alla biopsia prostatica
Affinchè le possibili complicanze della biopsia siano ridotte al minimo, è necessario che il paziente segua scrupolosamente la preparazione richiesta:
Come viene effettuata la biopsia prostatica?
La procedura dura in genere da 10 a 20 minuti e può essere eseguita ambulatorialmente in anestesia locale.
Nella biopsia prostatica transrettale il paziente è posto in decubito laterale, ginocchia verso il petto oppure in posizione litotomica (con le gambe sollevate e divaricate).
Sotto guida ecografica, mediante ago denominato “TRU-CUT”, sono effettuati 12 o più prelievi nella prostata.
L’ago preleva in modo molto rapido e generalmente poco doloroso piccoli campioni di tessuto prostatico denominati “cores” della lunghezza di 1-2 cm e della larghezza di pochi millimetri, che verranno esaminati al microscopio dallo specialista anatomo-patologo il quale fornirà successivamente il referto istologico.
Il mapping prostatico prevede dei prelievi codificati in varie zone della ghiandola prostatica ad alto rischio di sviluppare malattia neoplastica, includendo anche aree particolarmente sospette (aree focali) se presenti. Questo tipo di prelievi multipli può seguire diversi schemi che prevedono un minimo di 10- 12 prelievi fino ad arrivare a superare i 25 prelievi (biopsia di saturazione). In genere si tende ad aumentare il numero dei prelievi in base al volume della prostata.
Come tutte le procedure diagnostiche anche la biopsia prostatica è gravata da “falsi negativi”, cioè la mancata diagnosi istologica di tumore, anche in sua presenza.
Diverse sono le cause del falso negativo:
Per questo motivo in caso di negatività della biopsia prostatica, l’Urologo, anche in base alla situazione clinica, può decidere di proporre una ripetizione dell’esame.
La biopsia prostatica di saturazione (anche detta saturation biopsy) è una tipo di biopsia che viene eseguita tecnicamente come sopradescritto solo che ha la caratteristica di prelevare almeno 20 cores dalla ghiandola. Viene generalmente eseguita:
quando vi sia un sospetto diagnostico di tumore in presenza di una biopsia precedentemente eseguita che abbia dato esito istopatologico negativo
per ristadiare pazienti candidabili alla sorveglianza attiva o alla terapia focale.
In genere per questo tipo di biopsia è indicata una rachianestesia o una sedazione.
Rischi e complicanze della biopsia prostatica
Rischi generici
La biopsia prostatica è una procedura diagnostica invasiva e pertanto comporta i rischi comuni a tutti gli interventi chirurgici, legati al tipo di anestesia, all'età del Paziente e alle sue condizioni generali.
Complicanze
Dopo la biopsia prostatica?
La biopsia prostatica trans rettale è una manovra invasiva, a basso rischio di complicanze che richiedono l'ospedalizzazione (inferiore all’1%), praticabile in regime ambulatoriale.
Generalmente si verifica un sanguinamento lieve a livello delle urine, feci, sperma, che può perdurare anche per 4-6 settimane dopo la biopsia. E' possibile inoltre che compaia un modesto rialzo della temperatura corporea.
In caso di sanguinamento massivo dal retto o dalle urine, di severo rialzo febbrile e/o di ritenzione acuta di urina, occorre recarsi immediatamente al Pronto Soccorso Generale per le cure del caso.